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Come ci comportiamo

Osservare noi stessi, proprio come facciamo con gli altri, può offrirci preziose informazioni su chi siamo e su come ci comportiamo come orientatori. Il nostro aspetto e il nostro modo di agire possono comunicare molto: ad esempio, un atteggiamento aperto, un sorriso sincero o un linguaggio del corpo positivo possono trasmettere energia e sensibilità, mentre un comportamento coerente con il desiderio di aiutare dimostra determinazione e autenticità.

Se ci rendiamo conto di essere in grado di esprimere queste qualità, significa che siamo sulla strada giusta per essere orientatori efficaci e sinceri. Se invece notiamo qualche dissonanza tra ciò che desideriamo trasmettere e il nostro modo di comportarci, può essere un buon spunto per riflettere e migliorare, affinché il nostro atteggiamento sia sempre più congruente con il nostro desiderio di aiutare gli altri. Ricorda, l’autenticità e la coerenza sono fondamentali per creare un rapporto di fiducia e supporto!

Presta attenzione al tuo interlocutore

Prestando attenzione al nostro interlocutore, riusciremo a farlo «entrare» in stretta relazione con noi, mostrando in questo modo interesse nei suoi confronti. Così egli sarà portato a corrispondere un interesse reciproco verso di noi.

L’attenzione alla persona richiede di assumere una postura che ci permetta di prestarle la nostra piena e completa attenzione.

È utile disporsi di fronte a lei in modo da poterla guardare in faccia, piegarsi leggermente in avanti e mantenere un costante contatto oculare.

Prestando attenzione alla persona, ci prepariamo alla fase successiva: riuscire a osservarla pienamente.

Possiamo prestare attenzione a una persona singola sia in piedi che seduti, ma è importante che sia sul nostro stesso piano: la nostra spalla destra di fronte alla sua spalla sinistra e viceversa. Quando invece ci troviamo a lavorare con una coppia o con un piccolo gruppo di persone, dobbiamo creare un immaginario angolo retto, del quale noi siamo il vertice e loro i due estremi.

 

 

 

 

 

 

 

Ambiente di lavoro inclusivo

Creare un ambiente di lavoro inclusivo è un processo continuo che richiede impegno da parte di tutti i membri dell’organizzazione. Ecco alcuni passi chiave:
Promuovere la diversità e l’inclusione:
* Riconoscere e valorizzare le differenze individuali: Ogni dipendente porta con sé esperienze, competenze e prospettive uniche che possono arricchire il team.
* Assicurarsi che le politiche e le pratiche aziendali non siano discriminatorie: Ciò include le politiche di assunzione, promozione e compenso, nonché quelle relative all’orario di lavoro e ai benefici.
* Creare un ambiente in cui tutti si sentano accolti e rispettati: Questo significa tollerare la diversità di pensiero e di opinione e incoraggiare il dialogo aperto e onesto.
Formazione e sensibilizzazione:
* Offrire formazione ai dipendenti sui temi della diversità e dell’inclusione: Questa formazione può aiutare i dipendenti a comprendere i propri pregiudizi inconsci e a sviluppare competenze per interagire in modo rispettoso con persone di culture diverse.
* Promuovere la consapevolezza delle problematiche legate alla diversità e all’inclusione: Questo può essere fatto attraverso campagne di sensibilizzazione, eventi e gruppi di discussione.
Pratiche inclusive:
* Offrire flessibilità nelle modalità di lavoro: Questo può includere la possibilità di lavorare da remoto o di avere orari di lavoro flessibili.
* Fornire un ambiente di lavoro accessibile a tutti i dipendenti: Ciò include garantire l’accessibilità fisica agli edifici e alle strutture aziendali, nonché fornire supporti tecnologici e formativi per i dipendenti con disabilità.
* Celebrare la diversità: Questo può essere fatto attraverso eventi e iniziative che riconoscono e valorizzano i contributi dei dipendenti provenienti da diversi background.
Creare un ambiente di lavoro inclusivo è un investimento che porta benefici sia ai dipendenti che all’azienda. I dipendenti che si sentono inclusi e valorizzati sono più produttivi, motivati e fedeli all’azienda. Inoltre, le aziende con una forza lavoro diversificata sono più innovative e competitive.

La figura dell’orientatore nella ricerca attiva del lavoro

La figura dell’orientatore nella ricerca attiva del lavoro è essenziale per supportare le persone in cerca di occupazione.

Questo professionista offre una serie di servizi e attività mirate a facilitare l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro. Ecco una panoramica delle principali funzioni e compiti dell’orientatore:

Valutazione delle Competenze: Analisi delle competenze, delle esperienze lavorative e delle aspirazioni professionali dell’utente. Identificazione delle competenze trasferibili e delle aree di miglioramento.

Consulenza Individuale: Colloqui personalizzati per fornire orientamento e supporto psicologico. Sviluppo di un piano d’azione personalizzato per la ricerca del lavoro.

Formazione e Informazione: Organizzazione di workshop e seminari su come redigere un curriculum vitae efficace, scrivere lettere di presentazione e prepararsi per i colloqui di lavoro. Fornitura di informazioni aggiornate sulle tendenze del mercato del lavoro, opportunità di formazione e aggiornamento professionale.

Networking e Collegamento con il Mercato del Lavoro: Facilitazione di contatti con datori di lavoro, agenzie di collocamento e reti professionali. Organizzazione di eventi di networking, fiere del lavoro e incontri con professionisti del settore.

Supporto nella Ricerca di Opportunità: Assistenza nell’individuazione di offerte di lavoro adatte al profilo dell’utente. Aiuto nella candidatura a posizioni lavorative, incluse attività di matching tra offerte e candidati.

Monitoraggio e Follow-up: Verifica periodica dei progressi dell’utente rispetto agli obiettivi fissati. Modifica del piano d’azione in base alle esigenze e ai risultati ottenuti.

Caratteristiche e Competenze dell’Orientatore

Un buon orientatore deve possedere una serie di competenze e qualità, tra cui:

Competenze Interpersonali: Capacità di ascolto attivo, empatia e comunicazione efficace.

Conoscenza del Mercato del Lavoro: Familiarità con le dinamiche occupazionali, le richieste dei datori di lavoro e le opportunità di formazione..

Capacità di Problem-Solving: Abilità nel risolvere problemi e nel supportare l’utente a superare le difficoltà.

Flessibilità e Adattabilità: Capacità di adattarsi alle esigenze specifiche di ciascun utente e di modificare l’approccio in base alle circostanze.

Importanza dell’Orientatore

L’orientatore rappresenta un ponte tra il mondo della formazione e quello del lavoro, giocando un ruolo chiave nel favorire l’occupabilità delle persone. Fornendo strumenti, risorse e supporto personalizzato, contribuisce a migliorare l’efficacia della ricerca di lavoro e ad aumentare le possibilità di successo per chi è alla ricerca di un’occupazione.

VALUTAZIONE DELLA PERSONALITÀ

La valutazione della personalità costituisce una misurazione delle strutture dinamiche non cognitive. Usare la definizione non cognitivo implica una caratterizzazione discutibile, in quanto anche le caratteristiche misurate dai test cognitivi costituiscono caratteristiche della personalità che risultano in interazione continua con le caratteristiche non cognitive.

Un tentativo di classificazione, relativo alle variabili misurate dai test di personalità (Nunnally, 1978) fa emergere specifici aspetti che fanno parte di essa:

– le caratteristiche che l’individuo rivela nell’interazione sociale, vale a dire se è timido, responsabile, sicuro di sé, ecc… e che costituiscono i tratti sociali;

– gli aspetti di personalità più interni rispetto ai precedenti che si individuano nelle motivazioni, bisogni e tendenze;

– le modalità personali con cui l’individuo tende a porsi nei confronti del mondo.

DIECI REGOLE PER IL COLLOQUIO DI SELEZIONE

1. Essere certi del nome del selezionatore, dell’ora (cercando di arrivare
in anticipo) e del luogo del colloquio.
2. Presentarsi in modo ordinato cercando di adattare il “look” al tipo di
professionalità richiesta.
3. Arrivare ad un colloquio con il massimo di informazioni sull’azienda.
4. Preparare una scaletta degli argomenti da affrontare nel colloquio
attraverso un’analisi dettagliata delle proprie esperienze, competenze
e caratteristiche personali.
5. Prepararsi in anticipo a rispondere alle possibili domande che possono
essere poste (esempio: domande tipiche nel colloquio di selezione).
6. Concentrarsi sull’interlocutore ponendosi in situazione di ascolto
attento.
7. Condurre il colloquio attivamente ponendo domande pertinenti per
chiarire i propri dubbi.
8. Controllare l’ansia e i messaggi non verbali cercando di dimostrare
interesse e motivazione.
9. Considerare l’esaminatore non come un giudice, un inquisitore ma
come una persona con dei valori, dei dubbi e delle incertezza.
10. Pensare alla persona che vi sta esaminando come ad un
potenziale cliente al quale dimostrare la vostra lealtà per acquistarne
la fiducia.

Tutti i bandi di reclutamento del personale da impiegare in sicilia nella formazione professionale

BANDI RECLUTAMENTO PERSONALE
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Repertorio delle qualificazioni della Regione Siciliana

La Regione Siciliana con Decreto Assessorile n. 2570 del 26 Maggio 2016 ha adottato il Repertorio delle qualificazioni della Regione Siciliana, che disciplina le qualificazioni regionali in coerenza con i livelli essenziali delle prestazioni di cui al D.lgs. 13/2013 e sue successive modificazioni e integrazioni e alle susseguenti norme secondarie di attuazione, nonché alle disposizioni di cui alla Legge regionale n. 8 del 17 maggio 2016 “Disposizioni per favorire l’economia. Norme in materia di personale, Disposizioni varie”, al comma 3 dell’art. 30 “Repertorio delle qualificazioni della Regione”.

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