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L’uomo autore del suo destino

L’uomo è autore del suo destino, anche se ci possono essere cose più grandi di lui, che prescindono da ogni sua decisione; esse andranno così come dall’alto è stato stabilito. Non proveniamo dal caso ma siamo qui per un preciso piano divino.
L’uomo di natura cerca di essere egocentrico ed orgoglioso e non è facile valutare le sue capacità. La via migliore per guadagnare terreno nella lotta contro l’orgoglio è il riconoscere la sua dipendenza da Dio.
Grazie a Dio può manifestare uno spirito umile e modesto ed evitare di essere superbo, ironico e invidioso.
Dio lo mette in guardia affinché non avvenga in lui un concetto più alto di quello che potrebbe avere.
Dio desidera che la sua personalità si riconosca in un carattere umile ed altruista.
L’umiltà e l’altruismo sono delle virtù di chi ha un cuore nobile; Dio aiuta noi ad avere queste rare ma preziose grazie.
Non occorre sciupare il tempo in attività vane; dedichiamo il nostro tempo alla lettura della Bibbia. In essa troviamo tutto ciò che occorre per essere felice, per essere salvati e per avere la vita eterna.
Pensiamo bene a non lasciarci sfuggire questo tempo, perché il tempo non ritorna più indietro.

Giuseppe Milazzo

La Casta inutile

Dentro i palazzi del potere in questi anni si sono stratificate tantissime posizioni di potere e altrettanti privilegi.
I burocrati e la filiera di addetti che li affiancano a ogni livello sono inamovibili ed eterni. E non vale neppure il discorso delle competenze. Certamente molti alti funzionari pubblici sono tecnici di buono o ottimo livello. Ma in nessuna azienda privata otterrebbero un trattamento economico così elevato, unito alla garanzia assoluta del mantenimento del posto di lavoro e del livello salariale qualunque cosa accada. A ciò si aggiunga poi il fatto che per una sorta di equa ripartizione dei privilegi i trattamenti di favore nei palazzi del potere non sono quasi mai un’esclusiva dei vertici ma, a cascata e in modo proporzionale, vengono estesi a tutti i livelli, dai quadri fino agli uscieri. Un modo, anche questo per cementare il consenso e il senso di appartenenza al palazzo e alla casta.
Quanto ci vorrà per sgretolare questa diffusa rete di privilegi?

Fiducia

Volevano sottrargli il controllo dell’organizzazione. Erano tre dei tanti del branco. Si auguravano che cadesse dal piedistallo per divorare i suoi resti. L’esercito di ipocriti e adulatori si trasformò in un’orda di iene affamate. Nulla di questo lo sorprese. Fin dall’inizio aveva riposto la fiducia soltanto ad alcuni.

“La meschinità degli uomini” ripeteva “è una miccia in cerca di fuoco”.

La leggenda locale raccontava di una città virtuale in cui alcuni emarginati passavano la loro vita senza vedere la luce del sole. Accattoni, malati, fuggiaschi. Tra di loro si era diffuso il culto di un enigmatico personaggio. (C.R. Zafón)